Già anni fa scrivevo:
“Dobbiamo avere tutti gli stessi diritti e un solo dovere: quello di rispettare il diritto di tutti gli altri fintanto che non contrastino i diritti che abbiamo tutti”.
Al giorno d’oggi vedo però che già i diritti non sono gli stessi di tutti, sia che si tratti di persone, di società, di enti, di nazioni, governi, istituzioni politiche/religiose e via dicendo.
Veniamo raggirati con eleganza e nei modi più disparati possibili senza avere la possibilità di contrastare questa situazione. Sono così tanti i casi così evidenti che citandone uno in particolare l’attenzione verrebbe dirottata solo su quello in particolare facendo perdere la visione globale su tutti i casi in cui il nostro stesso essere viene calpestato, vituperato, violentato, sfruttato e ridicolizzato.
Chiediamo che vi sia il diritto alla protezione della nostra privacy e poi candidamente concediamo, proprio a chi ne approfitta, di usufruirne in modo subdolo utilizzando delle giustificazioni banali che celano in realtà ben altro, che sono praticamente la piccola punta di un iceberg dove andremo senz’altro ad incagliarci rendendocene conto quando ormai sarà troppo tardi, perché potrebbero passare anni o addirittura decenni, prima che scopriamo di essere stati raggirati.
Se qualcuno che cerca di chiarire, come il sottoscritto, si addentra nei meandri di ciò che invece dovrebbe essere più immediato - come per esempio prendere semplicemente contatto con una di quelle società internazionali che ormai stanno assorbendo come piovre tutto il resto - rischia di dover tralasciare la sua vita stessa per giungere almeno ad un “buongiorno Massimo, io posso aiutarti”, magari anche fasullo, ma che segna almeno una parvenza di normalità.
Mi sono trovato spesso confrontato in situazioni così assurde dove la mia voce è passata semplicemente come una goccia d’acqua in un fiume così vasto da sembrare un mare. E sono ancora qui. Pieno di domande, di problemi irrisolti, di persone che guadagnano il pane per se e per la loro famiglia semplicemente usandoti come un prodotto da far fruttare.
E il mio diritto non c’è. Non esiste. E anche se il mio dovere sarebbe quello di dire “basta!” non posso farlo perché non ne ho la possibilità, quindi mi si dice di avere un diritto ma mi si nega la possibilità di esercitarlo.
Ripeto: se ora dovessi citare un caso ecco che l’attenzione verrebbe portata su quella situazione, mentre tutte le altre continuerebbero imperterrite a privare alcuni del loro diritto aggiungendo doveri che in realtà non dovrebbero neppure esistere.
Solo una piccola banalità tra quelle proprio più insignificanti: la prossima volte che su un sito internet ti viene detto che per la tua privacy DEVI accettare almeno i “biscottini insignificanti obbligatori”, vai a leggere cosa fanno questi “biscottini insignificanti” con tutto quanto stai facendo e che farai con il tuo mezzo informatico.
Se non ti viene data la possibilità di rifiutarli tutti, pensaci bene prima di fare click su “accetta” pur di entrare su quel sito che sta chiaramente dimostrando di non avere assolutamente a cuore la tua privacy solo perché la legge sulla protezione dei dati lo obbliga a chiedere conferma prima di continuare a comportarsi male.
Come dicevo, questo singolo esempio non deve attirare l’attenzione solo su ciò che riguarda Internet, le pagine o le condizioni d’uso. Non perderti a criticare che “le tessere fedeltà” di certi supermercati servono solo a spiarti. Quello sarebbe il minimo. Cosa me ne frega se vedono che ho acquistato dei preservativi? Mica lo pubblicano sulla propria rivista che contiene esclusivamente pubblicità sia palesi che celate nei servizi.
Guardati da cosa permetti agli altri di fare con la tua vita. Se sei furbo spegni anche tu la tv ed i social, così i peggiori dovranno venire allo scoperto con altre strategie a cui potrai prestare molta più attenzione senza lasciarti abbagliare da pseudo esperti del cavolo.