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Incarom, oh Incarom

Oggi, sabato 19 novembre 2022 ho gustato, per l’ultima volta dopo decenni, una buona tazza di Incarom Original. Ero riuscito a farmene una scorta e l’ho centellinato per allontanare il più possibile nel tempo questo fatidico giorno.

L’espressione di piacere sul mio volto si è subito spenta pensando a come si faccia in fretta a perdere qualcosa a cui si tiene. La rabbia nel pensare che un produttore mi prenda così sfacciatamente in giro vendendo un altro prodotto con l’etichetta di qualcosa di unico mi urta, ma non posso farci nulla. 

In questo caso addirittura il nuovo prodotto - che probabilmente è buono, ma non è quello che ho bevuto da così tanto tempo - riporta la dicitura “Original”, e malgrado la segnalazione di numerosi consumatori il produttore insiste a dire che ha cambiato solo il luogo di produzione (ora viene fatto in Portogallo) ma che il prodotto è lo stesso. Anche una segnalazione al servizio di “protezione del consumatore” non è stata portata avanti in quanto anche loro asseriscono non vi sia nulla di scorretto in ciò.

Forse avrei anche potuto abituarmi al nuovo gusto, ma per una questione di principio non acquisterò mai più una confezione (per di più SEMPRE doppia) di Incarom. Grazie comunque per tutti questi anni di coccole con il vero, unico Original INCAROM.