“Il rubinetto che si potrebbe chiudere mentre ci si lava i denti”
Non posso non pensare ai tempi in cui a casa di mia nonna il rubinetto non c’era neppure.
Si andava alla fontana al centro del villaggio con una secchia - forse da 10 litri - e la si teneva in un piccolo sgabuzzino in cucina.
Con un mestolo si prelevava la quantità giusta per la bisogna, e per lavarsi si usava un piccolo catino in cui si metteva un po’ di quella fredda e un po’ di quella calda dall’apposita vasca della vecchia cucina a legna (sempre accesa).
Imbevendo una pezzuola e con un poco di sapone ci si lavava accuratamente da capo a piedi, e se nel corso della giornata si facevano lavori pesanti lo si faceva anche due volte.
L’igiene e la pulizia erano comunque garantiti, e ci si portava appresso l’odore naturale del corpo, nessuna puzza, quella c’è se non ci si lava per un paio di giorni.
Ancora oggi, nel 2022, in molti luoghi al mondo ci sono interi villaggi che l’acqua la devono recuperare a chilometri di distanza, per cui ogni singolo bicchiere è più prezioso dell’oro.
Almeno due litri per dissetarsi, almeno due litri per lavarsi e per cucinare giusto quello che serve.
Quanti di noi lo saprebbero fare?