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Cibo benedetto

Perché c’è un così grande spreco di generi alimentari?

Perché il 95% delle persone oltre a non saper coltivare un orto non sarebbe neppure in grado di allevare un animale - come un pulcino, un agnello, un vitellino, un maialino - e poi ucciderlo, farlo a pezzi e venderlo.

 

Quindi, semplicemente, si delega.

 

Gli allevamenti intensivi tolgono questo peso, e fino a giungere sul piatto del consumatore nessuno pensa alla crudeltà del lavoro sporco che sta facendo, basta incassare i soldi. Sempre di più. Che tu lo compri o meno.

 

Solo al pensiero del trattamento che questi animali devono subire in questi luoghi, mi scendono i brividi per la schiena. Basta guardare i video in rete per rendersene conto. 

 

Una volta si allevava solo il necessario e al momento della macellazione si accompagnava con benedizioni e frasi di ringraziamento il sacrificio dell’animale (o almeno mio padre lo faceva, con i polli e i conigli), non basta benedire il cibo solo quando ci si appresta a divorarlo.

 

Quando si lasciava qualcosa nel piatto c’era la sentenza tipica “Vegnarà la guèra…”, oppure quando si pasticciava il cibo, ecco la storia del tipo che andando al mercato a vendere i fichi, sdraiato sul suo carretto mangiava la parte interna del frutto e buttava la pelle contro il sedere dell’asinello che lo trainava. Al mercato gli affari andarono male e non poté acquistare il cibo in cambio dei fichi, quindi al ritorno per mangiare dovette recuperare le pelli buttate prima.